Un salto nel vuoto

Ho iniziato il mio Servizio Civile il 20 febbraio 2019. Sarà una data che ricorderò per molto tempo.
Se ripenso a come ero e soprattutto a come mi sono approcciata a questa nuova esperienza, mi spunta un sorriso. Mai avrei pensato che “La Piazzetta” potesse cambiarmi così nel profondo.
Ci vuole coraggio a scegliere di fare il Servizio Civile, perché si tratta di un’esperienza, rara per noi giovani, che guarda alla crescita personale più che all’acquisizione di titoli di studio o al portafogli.
Calarsi in una realtà ben consolidata per un anno potrebbe spaventare, ma appunto, con un pizzico di coraggio, la vita ti può offrire opportunità uniche. A me “La Piazzetta” ha regalato gioie infinite e soddisfazioni impensabili.
Ero abituata a vivere in un contesto di persone fortunate, a cui la vita non aveva giocato brutti scherzi, anzi aveva regalato sorrisi. Arrivando qui mi sono accorta che la vita non sorride proprio a tutti e che non guarda in faccia l’età. Sì, perché ho incontrato ragazzi delle scuole medie e delle superiori che chiedevano, ognuno a suo modo, di essere aiutati a superare la sofferenza, il senso di inadeguatezza, la delusione e la rabbia verso il mondo degli adulti che non era riuscito a proteggerli e a prendersene cura. A volte vengono chiamati “ragazzi difficili” o “falliti”, perché a scuola non ci vogliono andare e i loro risultati non sono eccellenti. Alice, Marina e Andrea, i tre educatori della Piazzetta, mi hanno fornito un nuovo paio di occhiali per guardarli da un altro punto di vista: superare le apparenze e comprendere da dove arrivano i loro atteggiamenti a volte inspiegabili. Per me, che di pazienza ne ho ancora poca, non è stato semplicissimo. Non una volta però, mi sono sentita sola in questo viaggio, gli educatori e i numerosi volontari che vivono “La Piazzetta” mi hanno accompagnato e supportato.

Il Servizio Civile mi ha fatto capire che dietro ai giochi, alle attività, ai laboratori, ai soggiorni c’è tanto studio e tanto amore, perché ogni cosa è fatta per accompagnare e sostenere i ragazzi nella loro crescita, dandogli la possibilità di crearsi il futuro che desiderano.
Venire qui ogni giorno ti apre alla vita, ti permette di stare a contatto con persone molto diverse da te e di aiutare e imparare a lasciarsi aiutare. Tutto si fonda sullo scambio, sul dare e ricevere bene e amore. Questo viaggio ti aiuta a guardarti dentro e ti chiede di mostrare le tue qualità e capacità affinché servano ad un bene comune.
Le emozioni sono state il denominatore comune del mio servizio, sia perché sono io stessa molto emotiva, sia perché i ragazzi hanno la forza di metterti a nudo. Come in tutti i percorsi non tutto è stato facile, lavorare con persone ti mette di fronte ai tuoi limiti e alle tue insicurezze, ma poi ti insegna anche ad accoglierli.

I ragazzi parlano della Piazzetta come di una famiglia in cui ci si sente accolti e mai giudicati, e io non trovo parole migliori per riassumere questa realtà unica.
Mi sento di consigliare ai ragazzi come me di intraprendere un anno di Servizio Civile, di fare un salto nel vuoto e nel nuovo, perché è buttandosi che si impara qualcosa di sé, degli altri e del mondo. Tante paure verranno spazzate via con un abbraccio.

Beatrice